Nel 1884 usciva l’articolo What is an Emotion?, con il quale William James, nel clima scientifico influenzato dalle idee di Darwin, provava a dare una risposta ad un interrogativo oggi ancora aperto. Le emozioni, infatti, sono attualmente un campo di ricerca interdisciplinare dove c’è ancora molto da scoprire. Questo libro intende offrire un contributo dal punto di vista filosofico, trattando la questione delle emozioni attraverso un percorso che parte dall’empirismo associazionistico di J. S. Mill, transita per i risultati dell’opera di (...) W. James e termina con la teoria delle emozioni di J. Dewey, lasciando emergere intersezioni con istanze contemporanee, in particolare affini alla fenomenologia. (shrink)

L’indagine sugli anni giovanili di Benedetto Spinoza, filosofo poco compreso nel tempo in cui visse e colpito dalla scomunica della comunità ebraica nel 1656, a 24 anni, rivela una personalità già straordinariamente autonoma ed una forte indipendenza di pensiero. Dotato di una immensa cultura, comprensiva di molteplici riferimenti e tradizioni, Spinoza scopre e si avvicina anche alla filosofia di Cartesio, che lo affascina per la sua chiarezza logico-matematica ed il rigore che la caratterizza. La prima opera in cui egli si (...) cimenta si chiama, proprio, Principi di filosofia cartesiana, una lettura, migliorata in chiave di ricostruttivismo logico, del testo cartesiano. In questo documentatissimo e agile libro si ripercorre la fase giovanile della vita del filosofo olandese: l’ambiente religioso, gli studi, l’intraprendenza commerciale dell’Olanda del Seicento, il desiderio di solitudine per compiere le sue ricerche, l’aspirazione ad una vita tranquilla e l’amore per la verità, ma anche le frequentazioni con le sette religiose del suo tempo e la fitta rete di contatti e corrispondenze che Spinoza intrattenne con diversi intellettuali europei, fino all’offerta di una cattedra universitaria che gli arriva nel 1673, dieci anni dopo la pubblicazione dei Principi, grazie ad una traduzione fattane da Pieter Balling. Il successivo distacco da Cartesio porterà Spinoza ad elaborare un proprio originale sistema e gli consentirà di sviluppare l’idea del Deus sive Natura. (shrink)

Ernst Mach (1838-1916) è stato una figura di riferimento per la cultura scientifica e filosofica tardo-ottocentesca e dei primi decenni del Novecento. Le sue ricerche in fisica e psicologia, così come il lavoro epistemologico che emerge dalle pagine di opere quali La meccanica nel suo sviluppo storico-critico e Conoscenza ed errore, hanno influito notevolmente su molti autori a lui contemporanei. In questi testi, Mach delinea una concezione antimetafisica del pensiero scientifico e una concezione biologico-evolutiva della conoscenza umana che si ritrovano (...) elaborate in vario modo nella teoria della relatività di A. Einstein, nell’epistemologia evoluzionistica di K. Popper e D. Campbell, nel pragmatismo di W. James e, più in generale, nelle idee che animarono il primo Circolo di Vienna. I saggi raccolti nel presente volume si propongono di commemorarne la figura e l’opera, guardando a Mach come figura di confine tra prospettive di indagine che la storia della filosofia dell’ultimo secolo ha spesso visto contrapposte. (shrink)

"Patterns of psychoanalysis and theory of recognition. Axel Honneth’s intersubjective psyche". An overview of the several scopes and patterns used over time by Axel Honneth in his “theory of recognition” is presented. After a discussion of the use of object relations theory (especially with reference to D.W. Winnicott’s contributions) in Honneth’s 1992 book Struggle for Recognition, the theoretical revision of psychoanalysis in light of his theory of recognition is examined. Finally, Honneth’s suggestion of a new alliance between a renewed “critical (...) theory” and psychoanalysis, which concerns also the dimension of political psychology, is discussed. -/- Viene offerta una panoramica sui differenti usi e le diverse forme di psicoanalisi utilizzate da Axel Honneth in relazione alla sua “teoria del riconoscimento” nel corso del tempo. Dopo una discussione dell’uso della teoria delle relazioni oggettuali (soprattutto nella concezione di D.W. Winnicott) in Lotta per il riconoscimento, del 1992, si prende in esame la revisione della psicoanalisi operata in termini di teoria del riconoscimento. Infine viene discussa la proposta di una nuova alleanza tra una “teoria critica” rinnovata e la psicoanalisi, che contempla anche il versante della psicologia politica. (shrink)

Prima di commentare in dettaglio su making il mondo sociale (MSW) offrirò prima alcuni commenti sulla filosofia (psicologia descrittiva) e il suo rapporto con la ricerca psicologica contemporanea come esemplificato nelle opere di Searle (S) e Wittgenstein (W), dal momento che sento che questo è il modo migliore per posizionare Searle o qualsiasi comportamento commentatore, nella giusta prospettiva. Aiuterà molto vedere le mie recensioni di PNC, TLP, PI, OC, TARW e altri libri di questi due geni della psicologia descrittiva. S (...) non fa alcun riferimento alla presciente dichiarazione d'animo di W come meccanismo in TLP, e la sua sua distruzione nel suo lavoro successivo. Dal momento che W, S è diventato il principale decostruttore di queste visioni meccaniche del comportamento, e il più importante psicologo descrittivo (filosofo), ma non si rende conto di come W lo abbia anticipato completamente né, in generale, fare altri (ma vedere i molti articoli e libri di Proudfoot e Copeland su W, Turing e AI). Il lavoro di S è molto più facile da seguire di quello di W, e anche se c'è qualche gergo, è per lo più spettacolare chiaro se ti avvicini dalla giusta direzione. Vedi le mie recensioni su W S e altri libri per maggiori dettagli. Nel complesso, MSW è una buona sintesi dei molti progressi sostanziali su Wittgenstein derivanti dal mezzo secolo di lavoro di S, ma a mio parere, W è ancora ineguagliabile per la psicologia di base una volta compreso quello che sta dicendo (vedi le mie recensioni). Idealmente, dovrebbero essere letti insieme: Searle per la chiara prosa coerente e generalizzazioni sul funzionamento di S2/S3, illustrate con esempi perspicaci di W del funzionamento di S1/S2, e i suoi brillanti aforismi. Se fossi molto più giovane scriverei un libro facendo esattamente questo. Coloro che desiderano un quadro aggiornato completo per il comportamento umano dalla moderna vista a due systems possono consultare il mio libro 'La struttura logica dellafilosofia, psicologia, Mind e il linguaggio in Ludwig Wittgenstein e John Searle' 2nd ed (2019). Coloro che sono interessati a più dei miei scritti possono vedere 'TalkingMonkeys--Filosofia, Psicologia, Scienza, Religione e Politica su un Pianeta Condannato--Articoli e Recensioni 2006-2019 3rd ed (2019) e Suicidal Utopian Delusions nel 21st Century 4th ed (2019) . (shrink)

Prima di commentare il libro, offro commenti su Wittgenstein e Searle e sulla struttura logica della razionalità. I saggi qui sono per lo più già pubblicati nell'ultimo decennio (anche se alcuni sono stati aggiornati), insieme a un elemento inedito, e nulla qui verrà come una sorpresa per coloro che hanno tenuto il passo con il suo lavoro. Come W, è considerato il miglior filosofo del suo tempo e il suo lavoro scritto è solido come una roccia e innovativo in tutto. (...) Tuttavia, la sua incapacità di prendere la Successiva W abbastanza sul serio porta ad alcuni errori e confusioni. Solo alcuni esempi: su p7 osserva due volte che la nostra certezza sui fatti di base è dovuta al peso schiacciante della ragione che sostiene le nostre affermazioni, ma W ha mostrato definitivamente in 'On Certainty' che non c'è possibilità di dubitare della vera struttura assiomatica delle nostre percezioni, ricordi e pensieri del sistema 1, poiché è essa stessa la base del giudizio e non può essere giudicata. Nella prima frase su p8 ci dice che la certezza è revisionabile, ma questo tipo di 'certezza', che potremmo chiamare Certezza2, è il risultato dell'estensione della nostra certezza assiomatica e non revisionabile (Certezza1) attraverso l'esperienza ed è completamente diversa in quanto proposizionale (vera o falsa). Questo è ovviamente un classico esempio della "battaglia contro l'intrattenere della nostra intelligenza per linguaggio" che W ha dimostrato più e più volte. Una parola- due (o molti) usi distinti. Anche il suo ultimo capitolo "L'unità della proposizione" (precedentemente inedito) trarrebbe grande beneficio dalla lettura dei due libri di W "On Certainty" o dei due libri di DMS su OC (vedi le mie recensioni) in quanto fanno chiaramente la differenza tra solo frasi vere che descrivono S1 e proposizioni vere o false che descrivono S2. Questo mi sembra un approccio di gran lunga superiore a S's prendendo le percezioni S1 come proposizionale dal momento che diventano solo T o F dopo che si inizia a pensare a loro in S2. Tuttavia, il suo punto che le proposizioni permettono dichiarazioni di verità e falsità reali o potenziali, del passato e del futuro e della fantasia, e quindi forniscono un enorme progresso rispetto alla società pre o protolinguistica, è cogente. Come egli afferma: "Una proposta è qualsiasi cosa che può determinare una condizione di soddisfazione... e una condizione di soddisfazione... è che tale e tale è il caso. Oppure, si deve aggiungere, che potrebbe essere o potrebbe essere stato o potrebbe essere immaginato per essere il caso. Nel complesso, PNC è una buona sintesi dei molti progressi sostanziali su Wittgenstein derivanti dal mezzo secolo di lavoro di S, ma a mio parere, W è ancora ineguagliabile una volta compreso ciò che sta dicendo. Idealmente, dovrebbero essere letti insieme: Searle per la chiara prosa coerente e generalizzazioni, illustrate con esempi perspicaci di W e brillanti aforismi. Se fossi molto più giovane scriverei un libro facendo esattamente questo. Coloro che desiderano un quadro aggiornato completo per il comportamento umano dalla moderna vista a due systems possono consultare il mio libro 'La struttura logica dellafilosofia, psicologia, Mind e il linguaggio in Ludwig Wittgenstein e John Searle' 2nd ed (2019). Coloro che sono interessati a più dei miei scritti possono vedere 'TalkingMonkeys--Filosofia, Psicologia, Scienza, Religione e Politica su un Pianeta Condannato--Articoli e Recensioni 2006-2019 3rd ed (2019) e Suicidal Utopian Delusions nel 21st Century 4th ed (2019). (shrink)

Horwich dà una bella analisi di Wittgenstein (W) ed è uno studioso W leader, ma a mio parere, tutti non sono al di sotto di un pieno apprezzamento, come spiego a lungo in questa recensione e molti altri. Se non si capisce W (e preferibilmente anche Searle) allora non vedo come si possa avere più di una comprensione superficiale della filosofia e del pensiero di ordine superiore e quindi di tutti i comportamenti complessi (psicologia, sociologia, antropologia, storia, letteratura, società). In (...) poche parole, W ha dimostrato che quando hai dimostrato come una frase viene usata nel contesto di interesse, non c'è più nulla da dire. Inizierò con alcune citazioni degne di nota e poi darò quelle che penso siano le considerazioni minime necessarie per capire Wittgenstein, la filosofia e il comportamento umano. La prima si potrebbe notare che mettere "meta" davanti a qualsiasi parola dovrebbe essere sospetto. W ha osservato ad esempio, che la metamatematica è matematica come qualsiasi altra. L'idea che possiamo uscire dalla filosofia (cioè la psicologia descrittiva del pensiero di ordine superiore) è di per sé una profonda confusione. Un'altra irritazione qui (e per tutta la scrittura accademica negli ultimi 4 decenni) è il costante sessismo linguistico inverso di "lei" e "suo" e "lei" o "lui/ lei" ecc., dove "loro" e "loro" e "loro" farebbero bene. Allo stessomodo, l'uso della parola francese "repertorio" in cui l'inglese "repertorio" farà abbastanza bene. La carenza principale è il fallimento completo (anche se molto comune) di impiegare quello che vedo come la vista di due sistemi estremamente potente e intuitiva del quadro di HOT e Searle che ho delineato sopra. Questo è particolarmente toccante nel capitolo sul significato p111 et seq. (soprattutto nelle note a piè di pagina 2-7), dove nuotiamo in acqua molto fangosa senza la struttura di vero automatizzato solo S1, proposizionale disposizionale S2, COS ecc. Si può anche ottenere una migliore vista dell'interno e dell'esterno leggendo ad esempio, Johnston o Budd (vedi le mie recensioni). Horwich però fa molti commenti incisivi. Mi è piaciuto soprattutto il suo riassunto dell'importazione della posizione anti-teorica di W su p65. Ha bisogno di dare più enfasi a 'On Certainty', recentemente oggetto di grande sforzo di Daniele Moyal- Sharrock, Coliva e altri e riassunto nei miei recenti articoli. Horwich è di prim'ordine e il suo lavoro vale la pena. Si spera che lui (e tutti) studierà Searle e un po 'di psicologia moderna così come Hutto, Read, Hutchinson, Stern, Moyal-Sharrock, Stroll, Hacker e Baker ecc per raggiungere una vasta visione moderna del comportamento. La maggior parte dei loro documenti sono su academia dot edu e philpapers dot org etc. Egli dà uno dei più bei riassunti di dove una comprensione di Wittgenstein ci lascia che io abbia mai visto. "Non ci deve essere alcun tentativo di spiegare la nostra attività linguistico/concettuale (PI 126) come nella riduzione dell'aritmetica di Frege alla logica; nessun tentativo di dargli basi epistemologiche (PI 124) come nei resoconti basati sul significato di una conoscenza a priori; nessun tentativo di caratterizzarne le forme idealizzate (PI 130) come nelle logiche del senso; nessun tentativo di riformarlo (PI 124, 132) come nella teoria degli errori di Mackie o nell'intuizione di Dummett; nessun tentativo di snellirla (PI 133) come nel racconto dell'esistenza di Quine; nessun tentativo di renderlo più coerente (PI 132) come nella risposta di Tarski ai paradossi bugiar; e nessun tentativo di renderlo più completo (PI 133) come nel sistemare le questioni di identità personale per bizzarri scenari ipotetici di 'teletrasporto'." Infine, lasciatemi suggerire che con la prospettiva che ho incoraggiato qui, W è al centro della filosofia contemporanea e della psicologia e non è oscura, difficile o irrilevante, ma scintillante, profonda e cristallina e che permane lo è mancare una delle più grandi avventure intellettualipossibili. Coloro che desiderano un quadro aggiornato completo per il comportamento umano dalla moderna vista a due systems possono consultare il mio libro 'La struttura logica dellafilosofia, psicologia, Mind e il linguaggio in Ludwig Wittgenstein e John Searle' 2nd ed (2019). Coloro che sono interessati a più dei miei scritti possono vedere 'TalkingMonkeys--Filosofia, Psicologia, Scienza, Religione e Politica su un Pianeta Condannato--Articoli e Recensioni 2006-2019 3rd ed (2019) e Suicidal Utopian Delusions nel 21st Century 4th ed (2019) . (shrink)

La sincronicità, è “la simultaneità di un certo stato psichico con uno o più eventi esterni che paiono paralleli significativi della condizione momentaneamente soggettiva” (Jung, 1952). C.G.Jung e il fisico quantistico premio Nobel, W. Pauli, ci introducono con tale concettualizzazione in un mondo, nel quale ciò che è interno e ciò che è esterno a noi non è così nettamente definito, mondo nel quale le “coincidenze” non sono più tali, ma rivestono un significato ed un’importanza per la nostra psiche, per (...) la nostra vita. Se un bambino mentre gioca sulla riva di un fiume, vi cade e rischia di venire trascinato dalla corrente, e nello stesso momento sua madre dall’altra parte della città è preda di un’angoscia che l’attanaglia e grida: “il mio bambino!”, siamo in presenza di un evento sincronistico, nel senso della definizione di Jung sopracitata. Noi crediamo, sulla scia di Jung e Pauli che la sincronicità possa essere un possibile principio esplicativo della realtà da affiancare alla causalità, per Pauli vi sono nella realtà sia elementi razionali sia irrazionali ed è quindi impossibile per la fisica dire l’ultima parola sulla realtà, visto che quest’ultima è così complessa. L’attuazione dei fenomeni sincronistici è fuori dalla portata di qualsiasi tipo di previsione razionale, l’evento sincronistico non è riproducibile ed è in qualche modo l’emblema dell’aspetto non razionale della realtà, e come detto, insieme alla più consueta logica causalistica, (ad esempio, una mela su un albero quando è matura può anche cadere), danno una visione più completa della realtà. E questa visione più completa era l’intento di Jung nell’approcciare questi fenomeni: “Cercare di aprire una via verso “l’animazione della materia” a partire dall’assunzione che “ciò che esiste sia dotato di senso”…” ( Pauli e Jung 1992, lettera n.59 di Jung, p. 100). (shrink)

L'America e il mondo sono in procinto di collassare a causa di una crescita eccessiva della popolazione, la maggior parte per il secolo scorso e ora tutto a causa di persone del terzo mondo. Il consumo di risorse e l'aggiunta di uno o due miliardi in più di 2100 crolleranno la civiltà industriale e porterà alla fame, alle malattie, alla violenza e alla guerra su scala impressionante. Miliardi moriranno e la guerra nucleare è tutt'altro che certa. In America questo è (...) stato enormemente accelerato dalla massiccia immigrazione e dalla riproduzione degli immigrati, unite ad abusi resi possibili dalla democrazia. La natura umana depravata trasforma inesorabilmente il sogno della democrazia e della diversità in un incubo di criminalità e povertà. La causa principale del collasso è l'incapacità della nostra psicologia innata di adattarsi al mondo moderno, che porta le persone a trattare le persone non correlate come se avessero interessi comuni. Questo, oltre all'ignoranza della biologia e della psicologia di base, porta alle illusioni di ingegneria sociale dei parzialmente istruiti che controllano le società democratiche. Pochi capiscono che se aiuti una persona che fai del male a qualcun altro, non c'è pranzo gratuito e ogni singolo oggetto che qualcuno consuma distrugge la terra in modo irreparabile. Di conseguenza, le politiche sociali ovunque sono insostenibili e una dopo l'altra tutte le società senza rigorosi controlli sull'egoismo crolleranno nell'anarchia o nella dittatura. Senza cambiamenti drammatici e immediati, non c'è speranza di prevenire il crollo dell'America, o di qualsiasi paese che segua un sistema democratico. Da qui il mio saggio "Suicide by Democracy". È anche ormai chiaro che i sette sociopatici che governano la Cina stanno vincendo la terza guerra mondiale, e quindi il mio saggio conclusivo su di loro. L'unica minaccia più grande è l'Intelligenza Artificiale che commento brevemente. La chiave di tutto ciò che ci riguarda è la biologia, ed è l'ignarietà che porta milioni di persone intelligenti istruite come Obama, Chomsky,Clinton, il Partito Democratico e il Papa a sposare ideali utopici suicidi che portano inesorabilmente direttamente all'Inferno sulla Terra. Come W ha notato, è ciò che è sempre davanti ai nostri occhi che è il più difficile da vedere. Viviamo nel mondo del sistema linguistico deliberativo cosciente 2, ma è inconscio, automatico sistema riflessivo 1 che governa. Questa è la fonte della cecità universale descritta da The Phenomenological Illusion (TPI) di Searle, Pinker's Blank Slate and Tooby and Cosmides' Standard Social Science Model. Il primo gruppo di articoli cerca di dare un'idea di come ci comportiamo che è ragionevolmente privo di illusioni teoriche. Nei prossimi tre gruppi commento tre delle principali illusioni che impediscono un mondo sostenibile: tecnologia, religione e politica (gruppi cooperativi). La gente crede che la società possa essere salvata da loro, quindi fornisco alcuni suggerimenti nel resto del libro sul perché questo è improbabile attraverso brevi articoli e recensioni di libri recenti di scrittori ben noti. Un'altra sezione descrive l'illusione religiosa – che c'è qualche super potere che ci salverà. La sezione successiva descrive le illusioni digitali, che confondono i giochi linguistici del System 2 con gli automatismi del Sistema uno, e quindi non possono distinguere le macchine biologiche (cioè le persone) da altri tipi di macchine (cioè i computer). Altri illusioni digitali sono che saremo salvati dal male puro (egoismo) del Sistema 1 da computer/AI/robotica/nanotecnologia/ingegneria genetica creata dal System 2. Il principale Nessun pranzo libero ci dice che ci saranno conseguenze gravi e forse fatali. L'ultima sezione descrive The One Big Happy Family Delusion, cioè che siamo selezionati per la cooperazione con tutti, e che gli ideali euforici di Democrazia, Diversità e Uguaglianza ci condurranno all'utopia, se ne gestiamo le cose correttamente (la possibilità della politica). Ancora una volta, il No Free Lunch Principle dovrebbe avvertirci che non può essere vero, e vediamo nel corso della storia e in tutto il mondo contemporaneo, che senza controlli rigorosi,egoismo e stupidità guadagnano il sopravvento e presto distruggono qualsiasi nazione che abbracci queste illusioni. Inoltre, la mente scimmia sconti ripida il futuro, e così collaboriamo nel vendere il patrimonio del nostro discendente per comfort temporanei, esacerbando notevolmente i problemi. (shrink)

The debate on the conventionality of simultaneity and the debate on the dimensionality of the world have been central in the philosophy of special relativity. The link between both debates however has rarely been explored. The purpose of this paper is to gauge what implications the former debate has for the latter. I show the situation to be much more subtle than was previously argued, and explain how the ontic versus epistemic distinction in the former debate impacts the latter. Despite (...) claims to the contrary, I conclude that special relativity leaves the debate on the dimensionality of the world underdetermined. (shrink)

The aim of this doctoral dissertation is to closely explore the nature of Einstein’s block universe and to tease out its implications for the nature of time and human freedom. Four questions, in particular, are central to this dissertation, and set out the four dimensions of this philosophical investigation: (1) Does the block universe view of time follow inevitably from the theory of special relativity? (2) Is there room for the passage of time in the block universe? (3) Can we (...) distinguish past from future in the block universe? (4) Is there room for human freedom in the block universe? Although the answer of most philosophers would be yes, triple no, my own answer, controversially, is no, triple yes. -/- I thereby challenge the status quo with respect to each of these metaphysical questions, and argue that none of these questions can be answered from looking at physics alone. Physics may constrain our metaphysics, but it certainly does not settle it. What is needed in order to answer these questions, are additional metaphysical assumptions that fall outside the scope of modern physics. My primary goal in this dissertation, therefore, is not to settle the debates on the nature of time and human freedom, but to clarify them by expliciting the metaphysical assumptions that are otherwise left implicit. (shrink)

Human freedom is in tension with nomological determinism and with statistical determinism. The goal of this paper is to answer both challenges. Four contributions are made to the free-will debate. First, we propose a classification of scientific theories based on how much freedom they allow. We take into account that indeterminism comes in different degrees and that both the laws and the auxiliary conditions can place constraints. A scientific worldview pulls towards one end of this classification, while libertarianism pulls towards (...) the other end of the spectrum. Second, inspired by Hoefer, we argue that an interval of auxiliary conditions corresponds to a region in phase space, and to a bundle of possible block universes. We thus make room for a form of non-nomological indeterminism. Third, we combine crucial elements from the works of Hoefer and List; we attempt to give a libertarian reading of this combination. On our proposal, throughout spacetime, there is a certain amount of freedom that can be interpreted as the result of agential choices. Fourth, we focus on the principle of alternative possibilities throughout and propose three ways of strengthening it. (shrink)

In Metaphysics M.2, 1077a9-14, Aristotle appears to argue against the existence of Platonic Forms on the basis of there being certain universal mathematical proofs which are about things that are ‘beyond’ the ordinary objects of mathematics and that cannot be identified with any of these. It is a very effective argument against Platonism, because it provides a counter-example to the core Platonic idea that there are Forms in order to serve as the object of scientific knowledge: the universal of which (...) theorems of universal mathematics are proven in Greek mathematics is neither Quantity in general nor any of the specific quantities, but Quantity-of-type-x. This universal cannot be a Platonic Form, for it is dependent on the types of quantity over which the variable ranges. Since for both Plato and Aristotle the object of scientific knowledge is that F which explains why G holds, as shown in a ‘direct’ proof about an arbitrary F (they merely disagree about the ontological status of this arbitrary F, whether a Form or a particular used in so far as it is F), Plato cannot maintain that Forms must be there as objects of scientific knowledge - unless the mathematics is changed. (shrink)

Contemporary society engenders complex and controversial contradictions as a consequence of the schism between the experience of a rapidly changing world and the incapability or the lack of an appropriate view of that world. This is why we should encourage the efforts towards a global thought of the world. Such a worldview can help us to understand and explain reality. However, we should be critical towards a mere theoretical approach of that world. A worldview should not be confined to the (...) abilities of our mind. In this article we propose to consider the body as an agent of our encounter with the world. By means of the philosophy of Michel Foucault and Maurice Merleau-Ponty, we will investigate the place and meaning of the body for our thought of the world. (shrink)

At the heart of chemistry lies the periodic system of chemical elements. Despite being the cornerstone of modern chemistry, the overall structure of the periodic system has never been fully understood from an atomic physics point of view. Group-theoretical models have been proposed instead, but they suffer from several limitations. Among others, the identification of the correct symmetry group and its decomposition into subgroups has remained a problem to this day. In an effort to deepen our limited understanding of the (...) periodic law, we have extended the traditional Lie algebraic framework to account for the peculiar degeneracy structure of the periodic system. Starting from the four-dimensional hidden symmetry and accidental degeneracy of the hydrogen atom, as first revealed by Fock in 1935, our research has mainly focussed on the way this SO(4) symmetry of the Coulomb potential gets broken in the periodic system as a consequence of the transformation of the hydrogenic (n, l) filling order to the Madelung (n+l, n) order due to electronic repulsions, relativistic effects and spin-orbit couplings. In this PhD dissertation, a new left-step format of the periodic table is first proposed on the basis of the Madelung rule. Following the particle physics tradition, the chemical elements are then considered as various states of some 'atomic matter', which is described by a non-compact spectrum-generating dynamical Lie group. The chemical elements are shown to form a basis for a single infinite-dimensional degeneracy space of the SO(4,2) ⊗ SU(2) group. An explanation for the period doubling is then proposed in terms of a particular symmetry breaking of the SO(4,2) group to the anti de Sitter SO(3,2) group. The Madelung rule is rationalised on the basis of nonlinear Lie algebras which reflect the screening of the Coulomb hole. This opens new perspectives for a symmetry-based understanding of how the periodic law emerges from its quantum mechanical foundations, and holds the future promise of complementing our current phenomenological approach by a direct atomic physics approach. (shrink)

This review paper provides a detailed overview and critical analysis of the philosophical literature on the Rietdijk–Putnam–Maxwell argument for the four-dimensionality of the world. After briefly introducing the debate on the dimensionality of the world, I present the arguments by Rietdijk, Putnam and Maxwell, and highlight the differences between them. I subsequently raise a total of eleven objections against the Rietdijk–Putnam–Maxwell argument, and conclude that its validity is underdetermined by the formalism of special relativity.

To this day, a hundred and fifty years after Mendeleev's discovery, the overal structure of the periodic system remains unaccounted for in quantum-mechanical terms. Given this dire situation, a handful of scientists in the 1970s embarked on a quest for the symmetries that lie hidden in the periodic table. Their goal was to explain the table's structure in group-theoretical terms. We argue that this symmetry program required an important paradigm shift in the understanding of the nature of chemical elements. The (...) idea, in essence, consisted of treating the chemical elements, not as particles, but as states of a superparticle. We show that the inspiration for this came from elementary particle physics, and in particular from Heisenberg's suggestion to treat the proton and neutron as different states of the nucleon. We provide a careful study of Heisenberg's last paper on the nature of elementary particles, and explain why the Democritean picture of matter no longer applied in modern physics and a Platonic symmetry-based picture was called for instead. We show how Heisenberg's Platonic philosophy came to dominate the field of elementary particle physics, and how it found its culmination point in Gell-Mann's classification of the hadrons in the eightfold way. We argue that it was the success of Heisenberg's approach in elementary particle physics that sparked the group-theoretical approach to the periodic table. We explain how it was applied to the set of chemical elements via a critical examination of the work of the Russian mathematician Abram Ilyich Fet the Turkish-American physicist Asim Orhan Barut, before giving some final reflections. (shrink)

The block universe theory of time is commonly said to be incompatible with temporal becoming. This confuses Maudlin who upholds both eternalism and passage. The aim of this paper is to answer Maudlin’s plea for clarification by distinguishing four degrees of temporal becoming. After discussing their respective compatibility with the block universe, I show that Maudlin asks much less from temporal becoming than most philosophers of time. Consequently, his form of becoming is compatible with the block universe, whereas the stronger (...) forms of becoming are not. (shrink)

This chapter gives an overview of the evolution of the position of the rare-earth elements in the periodic system, from Mendeleev’s time to the present. Three fundamentally different accommodation methodologies have been proposed over the years. Mendeleev considered the rare-earth elements as homologues of the other elements. Other chemists looked upon the rare earths as forming a special intraperiodic group and therefore clustered the rare-earth elements in one of the groups of the periodic table. Still others adhered to the intergroup (...) accommodation of the rare earths, according to which the rare-earth elements do not show any relationship with the other elements, so that they had to be placed within the periodic table as a separate family of elements. The intergroup accommodation became the preferred one in the twentieth century. The advantages and disadvantages of the different representations of the modern periodic table are discussed. (shrink)

According to Leininger, presentists and growing blockers cannot explain why past and present regularities persist in the future. In order to do so, they would have to appeal to enforcers, such as causation, laws or dispositions. But in a world with no future, these enforcers are powerless and cannot guarantee future regularity. I disagree and argue that Leininger’s coordination problem can be met by distinguishing type- from token-level necessitation. Whereas token-level necessitation is cross-temporal and subject to Leininger’s coordination problem, type-level (...) necessitation is atemporal and immune to the coordination problem. For this solution to work, though, type-level necessitation must be ontologically prior to token-level necessitation. This forces us to adopt a Platonist position according to which universals are transcendent, and not immanent. (shrink)

The heated debates and severe conflicts between the atomists and the anti-atomists of the latter half of the nineteenth century are well known to the historian of science. The position of Dmitrii Ivanovich Mendeleev towards these nineteenth century debates on atomism will be studied in this paper. A first attempt will thus be offered to reconcile Mendeleev’s seemingly contradictory comments and ambiguous standpoints into one coherent view.

In this paper, we turn to the philosophy of Jean-Luc Nancy. In his work La Création du Monde ou la Mondialisation of 2002 the French philosopher analyses the process of globalisation. Rather than denoting a new homogeneity, the term refers to a world horizon characterized in its interpalpable multiplicity of cultural, socio-economical, ideological and politico-moral content. According to Nancy, globalisation refers to ag-glome-ration: the decay of what once was a globe and now nothing more than a glome. On the one (...) hand, Nancy indicates that the world has changed by an unknown increase of techno-science, the worsening of inequalities between growing populations and by the changing and disappearing of given certainties, views and identities of the world and of man. On a large scale, this deformation is due to the relation between the capitalist evolution and the capitalising of worldviews. On the other hand, due to the inter-palpability of the multiplicity, this means that on our planet there is only space for one world. The world gradually becomes the only world. In this paper we will investigate what Nancy means with the becoming-world of the world and how this relates to our being in the world. For Nancy globalisation reveals two possible destinies of our relation with the world. In La Création du Monde ou la Mondialisation he discerns globalisation from mondialisation to analyze these two possibilities. We will investigate this distinction of Nancy and its consequences for everyday life. (shrink)

In this article, I discuss Petrus van Musschenbroek's research on the strength of materials in relation to his methodological views. In the latter, van Musschenbroek emphasizes the importance of repeating and varying experiments. This is related to his views on the complexity of nature, which play a role in his views onmathematics, laws of nature, causes, and experimental method. In each case, the construction of an (experimental) history is presented as a first step in experimental philosophy, necessary to deal with (...) the complexity of nature. The experimental research on the strength ofmaterials can likewise be seen as aimed at the construction of an (experimental) history. His experimental practice takes the form of a systematic variation of parameters and the performance of an extensive series of experiments on different kinds of substances. In his experimental reports, van Musschenbroek repeatedly points to the utility of his experimental results. This utilitarian attitude is typical for the experimental history literature as discussed by Klein. Van Musschenbroek himself also presents his work as an experimental history. However, unlike the examples discussed by Klein, van Musschenbroek's experimental history is characterized by a systematic experimental method. I argue that this method can be seen as an example of exploratory experimentation in Steinle's sense. Finally, I suggest that with its emphasis on the nature and properties of specific materials, it could be fruitful to read van Musschenbroek's experimental history in light of the emergence of engineering as a discipline in the eighteenth century. (shrink)

Evidence-Based Medicine has little consideration for mechanisms and philosophers of science and medicine have recently made pleas to increase the place of mechanisms in the medical evidence hierarchy. However, in this debate the notions of mechanisms seem to be limited to 'mechanistic processes' and 'complex-systems mechanisms,' understood as 'componential causal systems'. I believe that this will not do full justice to how mechanisms are used in biological, psychological and social sciences and, consequently, in a more biopsychosocial approach to medicine. Here, (...) I propose, following (Kuorikoski, 2009), to pay more attention to 'abstract forms of interaction' mechanisms. The present work scrutinized review articles on depression and medically unexplained pain, which are considered to be of multifactorial pathogenesis, for their use of mechanisms. In review articles on these disorders there seemed to be a range of uses between more 'abstract forms of interaction' and 'componential causal system' mechanisms. I therefore propose to expand the notions of mechanisms considered in medicine to include that of more 'abstract forms of interaction' to better explain and manage biopsychosocial disorders. (shrink)

Things and Their Place in Theories Our talk of external things, our very notion of things, is just a conceptual apparatus that helps us to foresee and ...

I examine Dr. van den Berg’s review article of ‘’Philosophy from Africa –a text with readings’’, with a view to setting aside the false allegation concerning the racist intentions of the editors.

This paper considers a particular instance in which a liberal state –Germany -makes a claim for the limitation of tolerance of religious expression on the grounds of harm. I examine this claim with reference to three basic positions: Firstly,I examine Denise Meyerson’s argument that the domain of religion constitutes an area of intractable dispute and that the state is not entitled to limit liberty in this domain because it cannot justify limitations in a neutrally acceptable way. I argue that Ludin (...) is entitled to wear the Kopftuch on grounds of her right to religious freedom and that the attempt to deny her this entitlement constitutes a breach of individual rights. Meyerson’s arguments rest on the acceptability of Rawls’s idea of public reason. I therefore, secondly, examine Jeremy Waldron’s objections to the use of the deliberative discipline of public reason in cultural disputes as well as his objections to the use of the politics of identity which, he claims, distort our ability to engage in reasoned public debate. I argue that bracketing identity claims eliminates what is peculiar about Ludin’s case.This I bring out, thirdly, by drawing on the views of Melissa Williams, who advances the idea of sensitivity to others’ reasons as reasons, which defines a position midway between Meyerson and Waldron. It is apparent that Ludin’s dilemma is twofold: her status as ‘metic’-as member of a minority at the margins of mainstream German culture, and her status as ‘Muslimin’-as one believed to be suffering sexual discrimination in her own culture, form a double-bind of oppression. They are connected in a way that challenges the integration policies of the German state. (shrink)

This paper provides a realist analysis of the EU's legitimacy. We propose a modification of Bernard Williams' theory of legitimacy, which we term critical responsiveness. For Williams, 'Basic Legitimation Demand + Modernity = Liberalism'. Drawing on that model, we make three claims. (i) The right side of the equation is insufficiently sensitive to popular sovereignty; (ii) The left side of the equation is best thought of as a 'legitimation story': a non-moralised normative account of how to shore up belief in (...) legitimacy while steering clear of both raw domination and ideological distortions. (iii) The EU's current legitimation story draws on a tradition of popular sovereignty that sits badly with the supranational delegation and pooling of sovereign powers. We conclude by suggesting that the EU's legitimation deficit may be best addressed demoicratically, by recovering the value of popular sovereignty at the expense of a degree of state sovereignty. (shrink)

Compared to its sister disciplines—philosophy of physics and philosophy of biology—philosophy of chemistry remains a relatively young field of philosophical endeavour. Having originated in the late...

In this article, I provide a historical and philosophical discussion of the so-called “science wars”. The term “science wars” refers to a series of debates which took place in the second half of the 1990s and which centered on the status of science and the nature of scientific knowledge. On the one hand, a group of authors reacted against what they perceived as a “postmodern” attack on science. This in turn led to several reactions from those who were labeled as (...) “postmodernists”. Among these, some authors in turn claimed that it were the scientists and their epigones who were the real aggressors, using the authority of science to attack any form of critical thinking and even democracy itself. I first provide a short historical overview and analysis of the science wars. The aim of this overview is to show how critics of postmodernism ignored differences between different approaches in science studies and in this way constructed the idea of the existence of a homogeneous postmodern attack on science. This resulted in an intellectual trench war, in which more nuanced positions got overlooked, being trapped in the no man’s land between two extreme positions. After this historical overview, I explore this no man’s land. I discuss several scholars and approaches within science studies that had been grouped together by critics of postmodernism. I will focus on the differences between these approaches, thus providing a more nuanced picture of science studies. Finally, I argue for the relevance of revisiting the science wars. Blindly labelling (certain approaches in) science studies as “anti science” disables us from using important insights from these studies, insights which could be relevant in dealing with complex societal issues in which scientific knowledge plays a role such as climate change. (shrink)

This paper provides a phenomenological analysis of postphenomenological philosophy of technology. While acknowledging that the results of its analyses are to be recognized as original, insightful, and valuable, we will argue that in its execution of the empirical turn, postphenomenology forfeits a phenomenological dimension of questioning. By contrasting the postphenomenological method with Heidegger’s understanding of phenomenology as developed in his early Freiburg lectures and in Being and Time, we will show how the postphenomenological method must be understood as mediation theory, (...) which adheres to what Heidegger calls the theoretical attitude. This leaves undiscussed how mediation theory about ontic beings involves a specific ontological mode of relating to beings, whereas consideration of this mode is precisely the concern of phenomenology. This ontological dimension is important to consider, since we will argue that postphenomenology is unwittingly technically mediated in an ontological way. The upshot of this is that in its dismissal of Heidegger’s questioning of technology as belonging to “classical philosophy of technology,” postphenomenology implicitly adheres to what Heidegger calls technology as Enframing. We argue that postphenomenology overlooks its own adherence to the theoretical attitude and ultimately to Enframing, and we will conclude with calling for a phenomenological questioning of the dimension that postphenomenology presently leaves unthought, meaning that we will develop a plea for a rehabilitation of the ontological dimension in the philosophy of technology. (shrink)

This book is a translation of W.V. Quine's Kant Lectures, given as a series at Stanford University in 1980. It provide a short and useful summary of Quine's philosophy. There are four lectures altogether: I. Prolegomena: Mind and its Place in Nature; II. Endolegomena: From Ostension to Quantification; III. Endolegomena loipa: The forked animal; and IV. Epilegomena: What's It all About? The Kant Lectures have been published to date only in Italian and German translation. The present book is filled out (...) with the translator's critical Introduction, "The esoteric Quine?" a bibliography based on Quine's sources, and an Index for the volume. (shrink)

Tractatus Politico-Philosophicus (Political-Philosophical Treatise) of W. Julian Korab-Karpowicz proposes a new idea-system. Ideas concerning different topics related to politics are introduced. The work aims to establish the principles of good governance and of a happy society, and to open up new directions for the future development of humankind. It is also in part a critique of the epistemology of early Wittgenstein as presented in his Tractatus Logico-Philosophicus. It argues that one can speak about politics and ethics with sense, and that (...) political philosophy is still a viable enterprise for us. This explanation is provided in response to the review of Tractatus Politico-Philosophicus by Katarzyna Heremska and a critical note of Pawel Kloczowski that were both published in Argument 6(1), 2016. (shrink)

Smarandache in 2019 has generalized the algebraic structures to NeutroAlgebraic structures and AntiAlgebraic structures. In this paper, authors, for the first time, define the NeutroAlgebra of neutrosophic triplets group under usual+ and x, built using {Zn, x}, n a composite number, 5 < n < oo, which are not partial algebras. As idempotents in Zn alone are neutrals that contribute to neutrosophic triplets groups, we analyze them and build NeutroAlgebra of idempotents under usual + and x, which are not partial (...) algebras. We prove in this paper the existence theorem for NeutroAlgebra of neutrosophic triplet groups. This proves the neutrals assocaited with neutrosophic triplet groups in { Zn, X} under product is a NeutroAlgebra of triplets. We also prove the non-existence theorem of NeutroAlgebra for neutrosophic triplets in case of Zn when n = 2p, 3p and 4p (for some primes p). Several open problems are proposed. Further, the NeutroAlgebras of extended neutrosophic triplet groups have been obtained. (shrink)

First put forth in June 2005, the altered nuclear transfer-oocyte assisted reprogramming (ANT-OAR) proposal has been promoted as an ethically-acceptable alternative to the embryo-destructive methods now used to obtain embryonic stem cells. According to its proponents, the goal of ANT-OAR is to use the cloning process to create a pluripotent stem cell. This would be achieved through overexpression of the transcription factor Nanog (or a hypothetical substitute) both in the enucleated egg cell and in the somatic cell prior to transfer (...) of its nucleus. Although the ethical acceptability of ANT-OAR has been publicly debated, its scientific feasibility has not. This paper aims to help rectify this situation. It argues that ANT-OAR, as currently conceived, cannot realistically work. It presents evidence from the scientific literature showing that Nanog cannot single-handedly establish pluripotency in cells, but rather works together with a network of other transcription factors to maintain pluripotency. It argues that ANT-OAR is based on a flawed understanding of stem cell biology, and emphasizes that, in this debate about embryonic stem cells, scientists must strive to accurately and realistically assess the feasibility of the embryo research strategies they propose. (shrink)

While the idea of philosophy as conceptual analysis has attracted many adherents and undergone a number of variations, in general it suffers from an authority problem with two dimensions. First, it is unclear why the analysis of a concept should have objective authority: why explicating what we mean should express how things are. Second, conceptual analysis seems to lack intersubjective authority: why philosophical analysis should apply to more than a parochial group of individuals. I argue that Hegel’s conception of social (...) ontology, focused on his concept of “ethical life” (Sittlichkeit), helps to explain how concepts (and their explication) have both objective and intersubjective authority in the social domain. Hegel claims that modern institutions are the product of self-conscious purposes, so that they are conceptually constituted. Concepts do not just represent these objects and so depend on a contingent relation to them. As many contemporary social ontologists agree, this means that our concepts of these institutions are uniquely epistemically “transparent.” They have objective authority. Concepts have intersubjective authority in the modern world as well, according to Hegel. However, I show that this feature of Hegel’s account does not rely on the solution to a philosophical problem. Rather, since the concepts of modern ethical life are “essentially contested,” their content depends on the practical and political agreement of modern subjects. This means that concepts can only have objective authority if some prior intersubjective agreement has been reached. The role of philosophy as conceptual analysis is thus importantly dependent on political developments. (shrink)

The new classes of super special codes are constructed in this book using the specially constructed super special vector spaces. These codes mainly use the super matrices. These codes can be realized as a special type of concatenated codes.

This book extends the concept of linguistic coordinate geometry using linguistic planes or semi-linguistic planes. In the case of coordinate planes, we are always guaranteed of the distance between any two points in that plane. However, in the case of linguistic and semi-linguistic planes, we can not always determine the linguistic distance between any two points. This is the first limitation of linguistic planes and semi-linguistic planes.

In this book, authors, for the first time, introduce the new notion of special subset linguistic topological spaces using linguistic square matrices. This book is organized into three chapters. Chapter One supplies the reader with the concept of ling set, ling variable, ling continuum, etc. Specific basic linguistic algebraic structures, like linguistic semigroup linguistic monoid, are introduced. Also, algebraic structures to linguistic square matrices are defined and described with examples. For the first time, non-commutative linguistic topological spaces are introduced. The (...) notion of a linguistic special subset of doubly non-commutative topological spaces of linguistic topological spaces is introduced in this book. (shrink)

Ausgangspunkt ist die Frage, was Masse ist, wodurch sie insbesondere befähigt ist, Dauer zu konstituieren und deshalb - im Sinn des kinematischen Relativitätsprinzips - ebenso als bewegt wie als ruhend betrachtet werden kann. In einem Gedankenexperiment wird diese Frage, in Umkehrung der Perspektive, hier nicht von der Masse selbst, sondern von einer stehenden Lichtwelle her angegangen. In diesem Modell lassen sich masse-analoge Strukturen rekonstruieren, die in relativer Bewegung sein können. Die (empirisch bekannte) Unabhängigkeit der Lichtgeschwindigkeit vom Bezugssystem ist dabei nicht (...) vorausgesetzt. Doch kann gezeigt werden, dass die Lichtgeschwindigkeit Grenzgeschwindigkeit solcher relativer Bewegungen ist, dass dies für alle durch masse-analoge Strukturen konstituierte, relativ zueinander gleichförmig bewegten Bezugssysteme gilt und dass die Lichtgeschwindigkeit selbst in allen diesen Systemen gleich ist. Die Absolutheit der Lichtgeschwindigkeit und die Relativität der Massebewegungen erweisen sich so als zwar differente, aber intrinsisch zusammengehörende Momente des kinematischen Relativitätsprinzips: ein Beitrag zu einer Philosophie der Relativitätstheorie. - Die mathematischen Zusammenhänge werden im Anhang ausführlicher dargelegt. (shrink)

In this book, the authors introduce the linguistic set associated with a linguistic variable and the structure of matrices, which they define as linguistic matrices. The authors build linguistic matrices only for those linguistic variables which yield a linguistic continuum or an ordered linguistic set. This book is organised into three chapters. The first chapter is introductory, in which we introduce all the basic concepts of linguistic variables and the associated linguistic set to make this book self-contained. Chapter two introduces (...) linguistic matrices and develops basic properties associated with them, like types of matrices, transpose of matrices and diagonal matrices. Most of the properties enjoyed by real or complex matrices are satisfied by these linguistic matrices. Chapter three deals with operations on the linguistic matrices. (shrink)

The systematic study of supermatrices and super linear algebra has been carried out in 2008. These new algebraic structures find their applications in fuzzy models, Leontief economic models and data-storage in computers.

This study aimed to evaluate if eye blinks can be used to discriminate players with different performance in a session of Nintendo Entertainment System (NES) Tetris. To that end, we developed a state-of-the-art method for blink extraction from EAR measures, which is robust enough to be used with data collected by a low-grade webcam such as the ones widely available on laptop computers. Our results show a significant decrease in blink rate per minute (blinks/m) during the first minute of playing (...) Tetris. After having defined 3 groups of proficiency based on in-game performance (Novices, Intermediates, and Experts) we found out that expert players display a significantly lower decrease in blinks/m compared to novices during the first minute of gameplay, which shows that Tetris players' proficiency can be detected by looking at eye blinks/m variations during the early phase of a game session. This difference in blinks/m is observed throughout the entire game session, which supports the general conclusion that proficient Tetris players have a lower decrease in blinks/m, even when playing more difficult levels. Finally, we offer some interpretations of this effect and the relationship that our results may have with the visual cognitive workload experienced during the gameplay. (shrink)

Nudging works through dispositions to decide with specific heuristics, and has three component parts. A nudge is a feature of an environment that enables such a disposition; a person is nudged when such a disposition is triggered; and a person performs a nudged action when such a disposition manifests in action. This analysis clarifies an autonomy-based worry about nudging as used in public policy or for private profit: that a person’s ability to reason well is undermined when she is nudged. (...) Reasoning well is a component of self-guidance, which is an aspect of autonomy and so something there is reason to promote, preserve, or respect. However, a person can reason well when she is nudged: Many of these heuristics are good rules to reason with, and she can be flexible with respect to them when she takes there to be a better way to reason. Along the way, this paper uncovers several design specifications for responsible nudging, and discusses open empirical questions. However, nudging’s being compatible with reasoning well crystallizes a distinct worry about manipulation: that nudge designers can rely on nudged people guiding themselves toward the designers’ own ends. Manipulation of this sort exploits one aspect of autonomy (namely, self-guidance) to undermine autonomy in other respects. (shrink)

In this paper we inquire into the fundamental assumptions that underpin the ideal of the Bio-Based Economy as it is currently developed . By interpreting the BBE from the philosophical perspective on economy developed by Georges Bataille, we demonstrate how the BBE is fully premised on a thinking of scarcity. As a result, the BBE exclusively frames economic problems in terms of efficient production, endeavoring to exclude a thinking of abundance and wastefulness. Our hypothesis is that this not only entails (...) a number of internal tensions and inconsistencies with regard to the ideal of BBE, but ultimately undermines the ideal itself, by pushing purported regenerativity into a cataclysmic and terminal discharge. We here point to the strategies that the BBE employs in this exclusion, the fundamental assumptions regarding the relation between energy and economy that underpin this endeavor, as well as to the resulting inconsistencies and their catastrophic consequences. We finally argue for the introduction of the presently excluded question of abundance and wastefulness and explore the implications of such a question for the ideal of a zero-waste humanity. (shrink)